Chiesa San Michele Arcangelo
Rivoltella del Garda Desenzano, Italia
committente:
Parrocchia di San Biagio
anno:
2000 costruzione
architetto Giuliano Visconti
2025 riqualificazione e completamento
Studio Archingegno
superficie:
1000 mq
foto:
Maurizio Marcato

Nel 2025, in occasione del venticinquesimo anniversario della Chiesa di San Michele a Rivoltella, si è dato avvio a un intervento approfondito di riqualificazione degli interni. L’esigenza nasceva da problematiche evidenziate sia dagli utenti che dai celebranti: una configurazione spaziale non pienamente rispondente al senso di sacralità, una distribuzione poco funzionale dell’illuminazione – sia naturale che artificiale – e la presenza di arredi liturgici eterogenei, non adeguati alle esigenze del culto.
La chiesa, realizzata negli anni ’90 su progetto dell’architetto Giuliano Visconti, si presenta come un edificio di notevole rilievo architettonico e valenza simbolica, ispirata alla metafora della “tenda di Dio con gli uomini”. La struttura si articola in due campate: il presbiterio, che rappresenta la tenda divina, e la navata, intesa come tenda degli uomini, la quale si apre verso il contesto urbano grazie a vaste superfici vetrate sui lati sud e ovest. Sebbene le vetrate artistiche conferiscano notevole rilevanza scenografica all’insieme, l’ampiezza delle superfici trasparenti ha determinato un’eccessiva luminosità, compromettendo il comfort ambientale e il benessere dei fedeli. Inoltre, la disposizione originaria dell’area presbiteriale non favoriva la definizione dello spazio sacro, a causa della collocazione poco armonica ed eterogena dei poli liturgici.
Coordinati dallo Studio Archingegno, i lavori sono stati completati e ufficialmente consegnati durante la cerimonia di Consacrazione del 28 settembre 2025, presieduta dal Vescovo di Verona Domenico Pompili. L’intervento ha riguardato la riqualificazione degli impianti tecnologici e un restyling completo degli ambienti interni, comprendente la ricostruzione della zona absidale, l’introduzione di nuove pareti, arredi e dispositivi liturgici.
Il benessere psico-fisico degli utenti è stato considerato prioritario nell’intervento. Sono state rimosse le pellicole opache che schermavano circa 400 metri quadrati di superfici vetrate esposte a ovest, sostituendole con schermature solari esterne costituite da tendaggi tecnici a tonalità scure, capaci di modulare l’apporto di luce naturale e permettere la vista sul giardino esterno. Le pareti dell’aula sono state tinteggiate con colori scuri, coordinati con la cromia delle tende al fine di conferire all’ambiente uniformità, maggiore intimità e accoglienza. Il sistema di illuminazione è stato aggiornato: oltre alla luce indiretta garantita dai corpi sospesi esistenti, sono stati integrati nuovi proiettori LED con ottica antiabbagliamento, posizionati per valorizzare i principali percorsi e gli spazi liturgici tramite illuminazione diretta verso il basso.
Dopo aver ottimizzato la luminosità e la cromia della “tenda degli uomini”, il progetto si è focalizzato verso la ricostruzione della “tenda di Dio”, con l’obiettivo di garantirne la proporzionalità e la centralità rispetto al grande volume interno. L’area absidale e la sacrestia retrostante sono state ricostruite mediante una sequenza di quinte concave rivestite in legno, finalizzate a definire i poli liturgici, la nuova croce monumentale e lo spazio destinato al coro. Il sistema delle quinte, che riprendono l’andamento dinamico delle quinte in mattoni dell’aula, trova il suo punto culminante nel tabernacolo in vetro e oro realizzato da Giuliano Gaigher, collocato sotto la vetrata circolare raffigurante il Cristo Risorto. Sono stati inoltre rinnovati la sede del celebrante, l’ambone e l’altare, ora disposti su pedane marmoree che ne valorizzano la posizione centrale e la visibilità all’interno dell’area liturgica.
Sul lato sinistro del presbiterio è stata installata una nuova Croce, concepita per instaurare un dialogo profondo con il fedele. La trave orizzontale rappresenta la dimensione terrena, mentre la lama verticale, mutevole a seconda del punto di vista, simboleggia il desiderio di trascendenza. Questa croce si propone come “opera aperta”, soggetta a interpretazione personale secondo stato d’animo, luce ed ombre.
Particolare cura è stata dedicata all’elaborazione del programma iconografico, nella consapevolezza che la liturgia cristiana richiede un adeguato apparato simbolico e identificativo dei luoghi di culto. Sono stati realizzati piedistalli metallici ad arco inseriti nelle parti concave delle quinte in mattoni al fine di valorizzare le immagini devozionali; nelle sezioni convesse sono state invece inserite le dodici croci della dedicazione. La zona battesimale è stata mantenuta “aperta” nell’angolo occidentale delle quinte; a parete si trova un pannello metallico verticale a geometria variabile che ospita un crocifisso e il cero pasquale. Diversamente, la penitenzieria, situata nell’angolo sud-est vicino all’ingresso, è stata “chiusa” da una quinta-portale metallica per favorire un maggiore grado di riservatezza.
L’intero progetto si fonda sulla ricerca di una dimensione sacra anche all’interno di un ambiente contemporaneo e complesso, caratterizzato da geometrie variabili ed ampie superfici vetrate. L’equilibrio perseguito è stato raggiunto mediante la sintesi tra i materiali – vetro, marmo, mattoni, legno, elementi metallici e intonaci scuri - ed illuminazione “significante”. Il risultato è un’atmosfera intensa e coerente, in cui tutti gli elementi risultano integrati e chiaramente leggibili, favorendo raccoglimento e spiritualità senza rinunciare a modernità e funzionalità.